Franz Krauspenhaar, autore di Le monetine del Raphaël, Gaffi Editore
Da anni si parla della necessità di organizzare un festival della letteratura a Milano, capitale dell'editoria nazionale. Oggi, finalmente, l'idea è diventata realtà grazie soprattutto alla spinta di piccoli editori indipendenti. Cosa ne pensi? E' il primo passo verso una nuova forma di "democrazia dal basso", o meglio di "cultura dal basso"?
E’ una reazione che ci si poteva aspettare da una città che ora è meno capitale dell’editoria di prima. Significa, questo, che anche qui si comincia a pensare stategicamente a una rinascita, perché un periodo così magro e cattivo per chi vive nei libri non s’era mai visto. Non parlerei di cultura dal basso; si parte dall’alto di un’idea di fare cultura alta, invece; in basso stanno le cifre di un comparto industriale comunque abbastanza povero. Ma non si può ragionare soltanto con le cifre, altrimenti mandiamo la Parodi e la Clerici allo Strega, ormai peraltro ci siamo quasi…
Uno dei paletti dell'organizzazione del Festival è l'esclusione di tutti gli editori che propongono pubblicazioni a pagamento; una scelta per certi versi in controtendenza visto che molti, anche alcune grandi case editrici, considerano forme del genere (in primis il self-publishing) vere e proprie risorse. Sei d'accordo con questa scelta? Inoltre, il self-publishing è un ulteriore canale per scoprire talenti e fare letteratura o è un semplice espediente per incrementare il fatturato?
Sono d’accordo. Bisognerebbe fare una vera e propria guerra contro gli editori a pagamento. Però sono gli aspiranti scrittori che devono soprattutto capire ciò che succede, e spesso non lo capiscono, anzi non vogliono capirlo. Poi ci sono quelli che pubblicano sia a pagamento che non (non a pagamento se il libro è di qualcuno di conosciuto, o di uno scrittore diciamo così “vero”, d’esperienza). E’ un metodo abbastanza sporco anche questo, anche se in misura minore. L’editoria a pagamento è sempre una truffa, perché dietro a un libro non c’è in questo caso uno straccio di distribuzione. E se non c’è la distribuzione, non c’è stato il libro. Il libro è stato una specie di fantasma da scatolone, un’illusione per l’autore che rimane sostanzialmente impubblicato, dato che è la distribuzione che rende sostanzialmente pubblico l’oggetto culturale. Il self-publishing è un escamotage nato in un mercato drogato, in coma. Puoi scoprire in tal modo un talento per avventura, ma non capisco perché la filiera tradizionale debba essere saltata dopo secoli per le “idee geniali” di gente che vuole solo non pagare il dazio. La verità è che tutte queste “grandi novità” sono furbi tentativi di aggirare l’ostacolo. Il libro continua ad avere bisogno di un editore vero, di editor, di distributori. E, lasciatemelo dire, soprattutto di scrittori degni di questo nome, ultimamente così infangato..
@ Foto di Giulia Ponzetta
Per il I Festival della letteratura di Milano (6-10 giugno 2012), Franz Krauspenhaar sarà presente con Le monetine del Raphael al Vinodromo (via Salasco, 21) alle ore 18:30 di mercoledì 6 giugno, nellʼevento Poker dʼautore curato da Torno Giovedì.
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