Sono un fanatico della New Wave perché ho capito che questa categoria musicale mi appartiene, appartiene alla mia anima punk che esprime cupezza, malinconia e rabbia. L’anima come specchio della realtà, e se vogliamo essere onesti cos’altro si può esprimere meglio al giorno d’oggi. Il mondo è buio. E questo è quello che fanno gli Stardom nella loro seconda e decisiva prova, esprimono il mondo. In termini di capacità liriche e pura abilità compositiva raggiungono un nuovo vertice di professionalità, dopo l’ottimo esordio di Soviet alla Moda. Danze Illiberali riflette emozioni oscure e parla di persone che si sentono smarrite o sono in conflitto con loro stessi e col mondo. Niente di nuovo, sembra, ma la produzione è fresca, innovativa, paranoide, e i suoni sono compatti, monolitici e davvero attuali. Gli echi dei maestri della New Wave italiana ci sono tutti, dai CCCP ai Diaframma, ma il synt-pop di Basso Consumo ha il respiro melodioso dei migliori Psychedelic Furs, impreziosito da un uso inconsueto del sassofono pervaso da una cupa inquietudine. Anna di notte e Colonia Penale evocano le atmosfere ombrose e drammatiche degli Interpol di Turn on the Bright Lights, trame di riff ipnotici e reiterati, ma anche shoegaze e psichedelia. AnniCannibali ha un approccio sonoro molto anni Ottanta, addolcito da un coro gothic tenero e romantico. La title track Danze Illiberali è il mio brano preferito nel quale sento l’influsso reggheggiante dei Clash e si rivela inoltre il pezzo più esplicitamente politicizzato. Una satira feroce contro la terra desolata della società tardo-capitalistica, contro le fosse biologiche eleganti di venalità che sono le discoteche di oggi. D’istinto è un brano importante, intimista e conflittuale, con giri di chitarra melodiosi e intensi e un uso del basso sorprendente. Concedono poco alla speranza gli Stardom sebbene Attimi Isterici, a mio avviso, sia una canzone d’amore, dove la bellezza dolente della voce di Cristina Corti s’intreccia con quella di Riccardo Angiolani, il frontman del gruppo, e ci lascia sperare… “tutto ciò che conta è nello spazio di un abbraccio”. Danze Illiberali è un disco pieno d’ingegno e di talento. Un lavoro di grande respiro poetico che ha tutto il diritto di ricavarsi un’intoccabile nicchia d’ascolto.
Occorre aver fatto il login per inviare un commento